DALLE AZIONI FISICHE ALLE EMOZIONI
Luca Spadaro
Come può un attore trasformare le emozioni in strumenti di lavoro? Per prima cosa dev’essere in grado di vederle e riconoscerle. Successivamente deve costruirsi una tecnica per poterle replicare in scena. Nel libro “Al lavoro con Grotowski sulle azioni fisiche”, Thomas Richards propone un esempio illuminante:
“Sono seduto in un bar, e sto cercando di scrivere questo testo. Guardo fuori dalla finestra concentrando i miei pensieri. Una ragazza attraversa il mio campo visivo. In quel momento espello bruscamente un po’ d’aria, la mia spina dorsale si muove indietro verso lo schienale della sedia, e riporto gli occhi sulla pagina. Quel brusco respiro, il movimento della colonna vertebrale, lo sguardo che torna al foglio di carta, il tutto succedono in simultaneità con un modo specifico di parlarsi dentro: ‘Ah! Thomas, stai lavorando ora…’-tutto questo è un’azione fisica.
(…)
Concentrandosi su tutte queste precise piccole azioni (tra cui è compreso anche il pensiero), l’attore rende la propria vita psicologica libera di reagire naturalmente a quello che egli fa.
Qualcuno che mi osservi attentamente può vedere i segreti della mia vita. (…)
C’è allora da sperare che ci sia in sala del pubblico che guarda e osserva con i sensi all’erta, nell’attesa di ricevere qualcosa dallo spettacolo imminente.” (pp.110-111)
In questo frammento è racchiusa una delle più precise analisi del lavoro dell’attore.
In un certo senso chi lavora a teatro sta lavorando sempre, osservando sé stesso e gli altri, smontando e ricostruendo i minuscoli accadimenti della vita con cui reagiamo a quello che ci accade. Vederli, innanzitutto, suddividerli in micro-azioni che racchiudono la sostanza stessa di cui sono fatte le azioni. Poi farli diventare il materiale della nostra recitazione.
Richards dice che bisogna sperare che il pubblico in sala sia in uno stato di attenzione tale da poter percepire quel che accade. Ma questo dubbio non deve spaventare i teatranti, perché quello stato di allerta, quella capacità di decodificare minuscoli segnali nel corpo dell’altro, è quello che facciamo tutti i giorni, in ogni momento, quando qualcosa cattura la nostra attenzione.